I Neuroni Comunicano a Distanza Mediante Campi Elettrici

bigstock-Two-people-communicating-by-te-47583076Ci risiamo… Ecco un’altra scoperta delle neuroscienze che si presta a essere interpretata in modi opposti da spiritualisti e materialisti.
In uno studio pubblicato nella rivista Nature Neuroscience da un gruppo di ricercatori coordinati da Costas Anastassiou del Californian Institute of Technology (Caltech) negli Stati Uniti, è stato osservato che dei campi energetici molto deboli, dell’ordine di un microvolt per millimetro, modificano l’attivazione di singoli neuroni aumentandone il sincronismo.
Sappiamo che i neuroni nel cervello comunicano a livello biochimico mediante collegamenti fisici chiamati sinapsi. Tuttavia, i neuroscienziati hanno trovato solide prove che i neuroni comunicano tra loro anche mediante deboli campi elettrici.
Non si sapeva nulla riguardo a questi deboli campi poiché essi sono troppo deboli per poter essere misurati a livello dei singoli neuroni. Perciò i ricercatori hanno deciso di determinare se questi deboli campi hanno qualche effetto sui neuroni.
Non è stato un compito facile. Degli elettrodi estremamente piccoli sono stati usati a brevissima distanza in un gruppo di neuroni di ratto riuscendo così a misurare dei campi debolissimi che, modificando in modo netto l’attivazione dei singoli neuroni, aumentano la cosiddetta “spike-field coherence”, il sincronismo con cui i neuroni si attivano in relazione al campo.
“Io credo fermamente che la comprensione dell’origine e della funzionalità dei campi cerebrali endogeni porterà a molte rivelazioni riguardanti l’elaborazione delle informazioni a livello dei circuiti, che, secondo me, rappresenta il livello in cui hanno origine percezioni e concetti,” ha detto il dott. Anastassiou. E su questo possiamo dirci sostanzialmente d’accordo. Ma l’articolo si chiude con: “Questo, a sua volta, ci porterà a indagare come la biofisica crea la cognizione in modo meccanicistico, e questo, io ritengo, rappresenta il sacro Graal della neuroscienza.”
Su questo non sono assolutamente d’accordo. Pur ammettendo che questa sia una scoperta che ci potrebbe aiutare a capire come la biofisica crea la cognizione, a me sembra dimostrare esattamente il contrario, perché questi campi energetici tolgono alla sequenza delle azioni sinaptiche proprio il meccanicismo che deriva dalla consequenzialità rilevata in sede locale e introducono un parallelismo attuativo e interpretativo delle connessioni che, rispondendo a fattori energetici, i cui effetti sono ancora da esplorare, lasciano aperta la domanda sulla natura di quella che chiamiamo “spiritualità” con le sue intuizioni, emozioni, astrazioni, trascendenza… che nulla hanno a che fare con il meccanicismo riduzionista, e magari emergono proprio grazie a questi campi.

2 risposte

  1. Caro Pelillo, ti invito a leggere il mio e-book: Sergio Stagnaro. Semeiotica Biofisica Quantistica. Diagnostica Psicocinetica. E-book in rete nel sito http://www.sisbq.org; http://www.sisbq.org/uploads/5/6/8/7/5687930/dp_libro.pdf
    E’ evidente che gli Autori della scoperta, pubblicata su Nature Neuroscience, è la proverbiale scoperta dell’ACQUA CALDA. Se lo desideri, ti autorizzo con piacere a utilizzare tutte le mie pubblicazioni che ti sembrano interessanti
    Buona giornata. Stagnaro

  2. Grazie caro Sergio, sono veramente onorato da questo tuo intervento sul mio breve articolo. In effetti, ormai questi riduzionisti sono veramente patetici per la loro banalità…
    Ho scaricato il tuo libro e ti sono immensamente grato questo tuo dono prezioso, che leggerò con grande interesse e, anche se conosco bene le tue posizioni e tuoi studi, sicuramente non mancherò di trarne spunti per le mie modeste considerazioni.
    Grazie di cuore.

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