Criteri maggiori e minori sulla incapacità di intendere e di volere in Perizia Grafologica

La grafologia, nel percorso giudiziario,  per definizione è lo studio del gesto grafico. Quindi è lo studio del movimento.

Il movimento deriva sia della struttura cerebrale ( nucleo centrale originario) che dalle strutture periferiche ( nervi, circolazione, respirazione, ossa,  articolazioni, muscoli). Esso coinvolge lo stile di vita dell’individuo  a livello  genetico, nei rapporti ambientali e nelle sue abitudini e nell’imprinting ricevuto.

E’ compito del perito grafologo medico  capire a fondo il problema   nella relazione corpo  –  mente cioè seguire il  tracciato della scrittura in rapporto all’intelletto e alla volontà  e rispondere con esattezza al  quesito dei giudici. Un compito non facile, considerando la complessità  della capacità di intendere e il significato profondo della capacità di volere. In questo studio sono fissati i criteri maggiori  e minori per dare una risposta discretamente precisa ma soprattutto corretta alla richiesta del magistrato. Alcuni esempi grafici vengono riportati per avere una idea più chiara delle difficoltà che si possono incontrare e come meglio risolverle. Comunque bisogna evitare due passi falsi:

  1. Fare una perizia su questo tema senza essere un grafologo medico
  2. Il grafologo non medico non può nemmeno andare da un neurologo o dal medico curante o dal medico legale, a ripercorrere l’anamnesi patologica prossima e remota del soggetto di cui si analizza lo  scritto. E’ un altro passo falso.

Molti  ( la maggioranza dei periti)  fanno l’uno e l’altro  e in entrambi i casi le conseguenze sono drammatiche  e tragiche  per la giustizia.

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