Dio Ti Vede!

Molti di noi ignorano che c’è qualcun altro che ci vede, anzi, ci vede molto meglio di Dio! E ci segue ovunque andiamo e lo registra pure! E il fatto curioso è che, a differenza di Dio, non gli interessa il Bene o il Male, gli interessa solo quello che gli fa piacere! E, a nostra insaputa, ci guida e ci dirige dove e come a “lui” piace! Ma noi forse possiamo correggerlo, ma non è affatto facile.

«Dio ti vede, se fai qualcosa di male!» mi dicevano gli insegnanti di Dottrina Cristiana quando ero bambino. È vero, Dio ci vede e ci guarda, ma purtroppo fa molto poco in questa vita terrena se qualcuno si comporta male.  Invece c’è qualcun altro che non solo ci vede, ma anche registra tutto quello che facciamo, sia il buono che il cattivo.  No, non è Google-StreetView o la videocamera di qualche banca o negozio, è qualcuno che ci vede persino quando siamo in bagno, facciamo la doccia, o siamo a letto. Ma chi è allora? Per capire meglio questo strano personaggio facciamo una parentesi.

Tutti gli animali, e quindi anche l’uomo, sono guidati basilarmente da due impulsi:

una spinta a compiere un’azione, per esempio nel piacere di agire (mangiare, dormire, riposare) o per evitare o attenuare una futura punizione fisica o psichica, come per esempio succede ai pentiti di mafia;
un freno a non compiere un’azione, quando si ha una repulsione a compiere un’incombenza, per esempio nel dover scegliere tra dovere e piacere, e scegliere il piacere.
Purtroppo la soddisfazione in un comportamento non dipende dalla bontà o cattiveria dell’agire, dipende esclusivamente dal valore che il nostro subcosciente attribuisce a quella azione. Se una “cattiveria” anche piccola (deridere qualcuno, dire battute offensive o afferrare qualcosa che non ci appartiene) ci dà un sia pur infimo appagamento, quest’ultimo si registra inconsciamente nel nostro subcosciente. La prossima volta che rifaremo la stessa azione, la soddisfazione sarà un pochino maggiore perché ad essa si sommerà inconsciamente il ricordo del gradimento precedente. Man mano che l’azione si ripeterà nel tempo sarà sempre più difficile evitare di compiere quel comportamento, la voglia di farlo sarà sempre più forte.

Anche quindi piccole tentazioni (toccarsi il naso, le orecchie,ecc.) col tempo diventeranno sempre più insistenti, per cui sarà sempre più difficile liberarsene. E questo sarà lo stesso ma l’inverso per le azioni che avversiamo. Purtroppo, anche se non ce ne accorgiamo minimamente, il nostro subcosciente è molto subdolo. Quando a “lui” piace qualcosa, anche se dannosa e nociva, cerca di convincerci che i rischi per noi e per gli altri non ci sono e che in ogni caso bisogna vivere tutti i piaceri della vita, anche quelli dannosi. Ancora una volta, man mano che l’azione si ripete, la nostra coscienza diventa sempre più debole a ragionare e a contrastarlo. Spesso chi si sente buono pensa: «Tutto quello che serve io lo so, lo faccio, e non mi serve altro.» Questo però non è abbastanza per essere buoni, è voler essere sbrigativi. Non ci si può fare un muro tutto attorno e ignorare la nascosta possibile inconsapevole “fame di bontà” (anche se interessata) che potrebbero avere anche coloro che per carattere o per ambiente si credono superiori calpestando gli altri e pensando che la bontà sia una debolezza. E sono questi individui da convincere con adatti argomenti che essere buoni è anche nel loro interesse, proprio per le ragioni sopra descritte.   Una volta era facile convincere di comportarsi bene. «Se non sei buono Dio ti castiga (con una malattia, per esempio). Oggi le minacce delle punizioni di Dio non fanno più paura. Ma è inverosimile che solo la pubblicità e le personalità politiche usino la psicologia del convincere solo per i loro fini personali. La legge delle nostre reazioni psichiche è insita in noi e l’ha creata Dio, per noi e per tutti gli animali, ma la Chiesa sembra si rifiuti di accettarla giocando esclusivamente sul proprio carisma che purtroppo pian piano sta perdendo, sopraffatta sia da tutte le nuove tentazioni buone o cattive della vita moderna sia dal rifiuto di accettare le prove dell’evoluzione che la Scienza continua a sfornare.

Oggi non è possibile convincere ad essere “buoni” solo dicendo che è un dovere. Bisogna anche dimostrare che è un vantaggio perfino individuale, in quanto è il Dare il «Bene» che può far desiderare di riceverlo, anche se in misura molto minore. Ma infliggere subdolamente il «Male» è certo che si riceverà prima o dopo – avvelenando anche chi ci sta vicino – un «Male» molto maggiore perché aumenterà sempre più il rischio di una punizione esterna umana o della natura: ad ogni azione corrisponde una controreazione, ad ogni controreazione corrisponde una contro-controreazione … e così via!

E quelle leggi di Dio del comportamento che nel passato potevano anche essere ignorate oggi sono indispensabili. Le obsolete prediche non funzionano più, nemmeno quelle basate sull’amore di Dio, perché troppi apparenti paradossi insiti nella natura indeboliscono la Fede. «Anche Gesù ha sofferto per noi!». Sì, ma come si consolano gli animali superiori quando soffrono anche psichicamente?

Come diceva il compianto Card. Martini, sarebbe necessario un risveglio della Chiesa. E il paradosso è che dovrebbe usare le stesse leggi di Dio che vengono usate da chi in modo corretto o scorretto le usa esclusivamente a proprio vantaggio. Purtroppo è impossibile che la Chiesa modifichi a breve termine le proprie idee perché per esempio accettare l’evoluzione sarebbe far cadere tutto il castello di carte di Adamo ed Eva e tutto il resto.

Soltanto la PSICOLOGIA DEL PERCHÉ DEL COMPORTAMENTO UMANO, se fosse insegnata nella scuola, potrebbe far riflettere meglio sui madornali errori umani.

Leggi anche