Grafologia e Disturbi di Apprendimento

Abstract

Il futuro dei periti grafologi è difficile ma avvincente perché in qualche modo sono costretti a modificare la visione classica di analisi grafologica. Non si troveranno più davanti a una scrittura “spontanea”, ma solo “naturale ”. Per il vocabolario Treccani “ spontaneo “ implica un “ gesto, un comportamento fatto per libera scelta e decisione di chi lo compie, senza imposizione né coercizione da parte di altri”; e “ naturale “ un gesto che si esprime “ secondo le leggi della natura”. L’attività motoria naturale, espressa in modo automatico, esprime il dinamismo cellulare del sé, esprime l’energia che in quel momento è presente in quel determinato individuo. Non è forzata, non è condizionata. Può non essere spontanea. Oggi la scrittura, il gesto grafico appare sempre più condizionato da eventi interni ed esterni sia di natura culturale che di origine neurobiologica. In Italia il 5 % dei bambini soffre di DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) e il 15 % di Disturbi di Apprendimento non Specifici. (DA non S). Poi c’è un 30 % di disturbi secondari di apprendimento in cui vengono inseriti soggetti che non hanno voglia di apprendere, in cui è presente analfabetismo di ritorno, traumi fisici e psichici subiti, abulia, interferenze ambientali subculturali, disturbi evolutivi dello sviluppo (condotta, coordinazione motoria, del linguaggio, spettro autistico), disturbi relazionali, malattie intercorrenti, patologie del sistema nervoso e ortopediche. L’altro 50% che rimane e che teoricamente dovrebbe avere un gesto grafico non solo naturale ma spontaneo in realtà soccombe alla cultura dominante che se da una parte coltiva il gusto dell’immagine e dell’avere, dall’altra è succube della epidemia tecnologica per cui l’esercizio dello scrivere, il gesto grafico perde il canone estetico e il tracciato il sentimento della bellezza e diventa un accessorio quasi inutile e dannoso. Per cui per farsi capire moltissimi individui utilizzano lo stampatello (variante piccola e grande) o la grafia tipografica) oppure grafie standardizzate (a palla, squadrate ecc.). Un’altra possibilità per il grafologo è l’aiuto diagnostico che può dare per la disgrafia e la disortografia. Non la diagnosi che deve essere fatto con una testistica complessa dalla neuropsichiatria infantile o a livello di accordo regionale con psicologi convenzionati. Ma al di là della diagnostica l’attenzione del grafologo è necessaria laddove venga chiamato per dare una mano al bambino con questi problemi e per evitare di trasformare in sofferenza il percorso scolastico. La grafoterapia e la rieducazione della scrittura sono tecniche che servono a ridurre il disagio del bambino e a migliorare la sua qualità di vita.Il perito e il consulente grafologo considernado l’alta frequenza nel mondo scolastico di disturbi di apprendimento deve sempre fare una buona anamnesi di fronte a una grafia non bene organizzata.

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