La Mente tra Mondo Interno e Mondo Esterno

La ricerca sul cervello mostra sempre più di essere in grado di acquisire nuove conoscenze sull’organizzazione e il funzionamento della mente. Gli esperimenti di brain imaging dimostrano che il cervello ha una enorme plasticità, che è la capacità di modificarsi continuamente in base alle esperienze dell’ ambiente. Questa scoperta ci dice che possediamo un organo meraviglioso, il quale non è una struttura statica come si riteneva una volta, ma continua a modificarsi ed ad apprendere per tutta la vita. La nostra personalità, un tempo considerata immodificabile, si modella e rimodella senza interruzione.

Questi sviluppi rappresentano una “rivoluzione scientifica” soprattutto nel campo dello sviluppo mentale ed affettivo del bambino e sulla possibilità di modificare il nostro modo di pensare e di migliorare noi stessi e gli altri.

Oggi, sappiamo che le funzioni del cervello non si attivano a partire da specifiche aree cerebrali, ma sono distribuite- come precisa David Di Salvo (Come cambiare la nostra vita, Bollati Boringhieri), attraverso “più aree cerebrali”, in virtù di un incessante processo di connessione neuronale. Nel nostro cervello, si determina in sostanza una “sinfonia” di scambi neurochimici, i quali ci consentono di valutare noi stessi e il mondo esterno.

Anche le scimmie hanno un’ attività cosciente, ma sono gli esseri umani a presentare “un’introspezione di livello superiore” (Dehaene). Recenti ricerche rilevano che noi condividiamo con altre specie animali la maggior parte dei nostri sistemi cerebrali. Il cervello umano tuttavia “può essere unico nella sua capacità di combinarli, usando un complesso linguaggio del pensiero”. Tale unicità è anche espressione del modo in cui noi manifestiamo le nostre idee, utilizzando strutture simboliche. Ci riferiamo al linguaggio, un sistema di comunicazione che si è evoluto per consentirci la possibilità di pensare nuove idee (Chomsky) e di avere una coscienza.

Secondo alcuni autori, il linguaggio sarebbe il primo atto libero dell’ uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Ha un potere creatore. Uno studioso egiziano del XXV secolo a.C. sostenne che la forza dell’ uomo è nella parola. “In principio – è scritto nel Vangelo di Giovanni- era il Verbo”. Nella tradizione greca- afferma il linguista Moro- il nome che si dà a Dio non è padre, ma Logos. “Siamo – aggiunge- parole incarnate”

Gli esseri umani nel corso dell’ evoluzione hanno via via acquisito una “sofisticata capacità” di intuire e raffigurare ciò che pensano gli altri. Questa qualità è definita dai neuroscienziati come “teoria della mente” o “mentalizzazione”, la proprietà della mente di ritenere il comportamento altrui come espressione di stati mentali simili ai nostri, di costruire rappresentazioni mentali in relazione alla vita di sé e degli altri.

Alcuni autori, come Bowlby e Baron-Cohen, hanno individuato nelle cure materne il primo e indispensabile contesto interpersonale per la nascita delle funzioni di mentalizzazione. Questo avviene perché- afferma Siegel- c’è una “interrelazione” fra il nostro cervello e il cervello altrui. La nostra mente dunque “emerge” a seguito di un continuo processo “interno e relazionale”.

Questi processi corrispondono a ciò che il neuroscienziato Siegel chiama mindsight, la capacità di vedere il nostro mondo interno e il mondo interno degli altri. L’attitudine a “comprendere” la mente di altre persone è in sostanza una forma di metacognizione, di “pensiero sul pensiero”, ovvero una coscienza intersoggettiva, che inizia a svilupparsi nel primo anno di vita (Saxe). E’il pensiero che pensa se stesso. Che riflette sulle proprie idee, padroneggia gli eventi, realizza nuove strategie, risolve i problemi, affronta le sfide e consegue gli obiettivi (Lewis). Un esempio di “sincronizzazione cerebrale” con gli altri riguarda l’ empatia, l’ altruismo, la generosità, la convinzione cioè che “valga la pena” di aiutare un’ altra persona. A livello neurobiologico, aiutare qualcuno si trasforma in un’ azione positiva. Che è una medicina per il cervello, il quale produce quelle che vengono chiamate le sostanze del piacere.

Un’ altra caratteristica della mente infine è l’ intenzionalità, una capacità che è presente non solo negli umani, ma anche nei primati, nei delfini e negli elefanti, i quali possiedono un coefficiente di consapevolezza, come ad esempio la capacità di riconoscersi allo specchio.

L’ evoluzione culturale è la manifestazione del nostro cervello, il quale a sua volta è il “prodotto”, per i neuroscienziati, di millenni dell’ evoluzione biologica. Questo significa che il nostro cervello ha la straordinaria qualità di cambiare in maniera continua.

 

[box type=”info”] foto: http://i.huffpost.com/ gen/1742595/thumbs/o-BRAIN-facebook.jpg[/box]

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