La PsicoBioFisica di M. Todeschini

La PsicoBioFisica di M. Todeschini

Antonio Manzalini, Ph.D

Abstract

La PsicoBioFisica di Marco Todeschini, è una “Teoria del Tutto” nella quale convergono Fisica, Biologia e Psicologia, mirabilmente integrate per spiegare le leggi della Natura. Sintetizzata in una frase: “tutti i moti dell’Universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, nascono da un etere universale, in perenne moto vorticoso, capace di influenzare sia la materia che gli esseri viventi e il loro Spirito”. Una rivoluzione culturale, oggi da rivalutare, che potrebbe rilanciare delle credibili prospettive scientifiche anche per le Medicine complementari.

Un etere universale in perenne moto vorticoso

Il contributo alla Scienza di Marco Todeschini fu enorme, sebbene oggi sia poco conosciuto o inspiegabilmente ignorato. M. Todeschini nasce a Val Secca di Bergamo il 25 Aprile 1899; muore a Bergamo il 13 Ottobre 1988. Si laurea in Ingegneria a Torino nel 1921, in seguito specializzandosi in diverse discipline della Fisica e della Biologia. Nella sua carriera scientifica raccoglie numerosissimi riconoscimenti: nel 1974 fu anche nominato per il premio Nobel per la Fisica.

Ecco come M. Todeschini descriveva il cuore del suo pensiero scientifico: “tutti i moti dell’Universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, nascono da un etere universale, in perenne moto vorticoso, capace di influenzare sia la materia che gli esseri viventi e il loro Spirito”.

Un pensiero scientifico innovativo, sostenuto da conferme matematiche e da esperimenti, che fu certamente libero e controcorrente in quanto proponeva una nuova visione della realtà, costruendo un ponte tra Materia e Spirito.

Ricordiamo che all’inizio del secolo scorso, l’ipotesi di un etere che riempiva lo spazio venne abbandonata a seguito di una serie esperimenti, tra i quali il famosissimo esperimento di Michelson-Morley che sembravano dimostrare l’indipendenza della velocità della luce rispetto all’ipotetico “vento d’etere”.

La costanza della velocità della luce, e quindi la sua indipendenza dal moto della sorgente e dell’osservatore, fu uno dei postulati da cui Einstein partì per sviluppare la teoria della relatività ristretta: l’isotropia dello spazio per tutti gli osservatori non più necessaria l’esistenza dell’etere.

Tuttavia, da oltre un secolo non riusciamo a conciliare la Relatività con la Fisica Quantistica. Abbiamo due discipline scientifiche diverse per spiegare rispettivamente l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Il mondo scientifico si interroga come ottenere gli stessi risultati numerici della Relatività ma partendo da una spiegazione più ampia che si possa conciliare con la Fisica Quantistica. M. Todeschini aveva già intuito questa necessità, e forniva una risposta credibile.

Riaffermando l’esistenza di una sorta di etere che pervade lo spazio, tuttavia, M. Todeschini si contrappose alle chiusure della fisica del tempo. Ad esempio, il moto dei pianeti viene spiegato come conseguenza del vortice di etere creato dalla rotazione del Sole attorno al proprio asse.

M. Todeschini costruì anche appositi modelli sperimentali per emulare questa sua teoria: l’idroplanetario era uno di questi. Si trattava di un modellino del sistema solare in miniatura dove i pianeti era movimentati da un vortice nell’acqua contenuta in una vasca semisferica. M. Todeschini dimostrava così che la forza di gravità coincide con la forza centripeta dovuta al fluido in rotazione e non ad una deformazione dello spaziotempo come previsto dalla Relatività. La struttura a spirale delle galassie ci lascia intuire questo movimento vorticoso spiraliforme.

Una visione dello spazio come un fluido che supera la geometria differenziale dello spazio curvo della Relatività, e crea un ponte tra materia e spirito. L’uomo si ritrova a fare parte della Natura, non è solo un osservatore esterno alla ricerca di leggi oggettive.

La forza fluidodinamica dell’etere è la forza che origina tutte le forze “apparenti” che noi conosciamo. Quindi la PsicoBioFisica di M. Todeschini è una scienza unitaria che supera quella frammentazione della scienza del suo tempo (ma anche odierna). Una sola legge governerebbe sia l’infinitamente piccolo sia l’infinitamente grande, e persino le nostre sensazioni, percezioni.

Infatti, i movimenti dell’etere (vortici, vibrazioni), sollecitando i nostri organi di senso, producono delle correnti elettriche che attraverso i nervi arrivano al cervello. Tali correnti, una volta decodificate, producono le diverse sensazioni dei nostri sensi percepite dalla psiche.  

Dunque, le sensazioni prodotte dai nostri organi di senso sono delle entità psichiche. Il cervello è il raffinato sistema di controllo che decodifica le informazioni provenienti dai cinque sensi (vibrazioni e movimenti dell’etere), ma è l’anima, ovvero la psiche, a percepire ed elaborare le informazioni associate.

M. Todeschini afferma: “l’anima può anche regolare l’azione chimica secretiva delle ghiandole endocrine, concorrendo a ripristinare la salute (Psicoterapia). Da qui le prove neurofisiologiche che il corpo umano è un complesso di strumenti elettronici posti a disposizione dell’anima di natura spirituale.”


La psiche o anima è una sorta di ricetrasmittente, che può mettere in moto vorticoso l’etere, attraverso la generazione, propagazione e ricezione di campi elettromagnetici prodotti dal corpo umano. Ecco dunque definito il meccanismo di interazione sottile tra mente e mete o tra mente e materia.

Questo modello è molto simile a quello teorizzato da J. Grinberg, sebbene il neuro-scienziato non facesse riferimento ad un etere (bensì ad una matrice spaziale) e considerasse il vuoto quantistico come mezzo di accoppiamento tra le menti. La sostanza è quindi la stessa.

Come ho raccontato in un mio precedente articolo [1], J. Grinberg formulò la Teoria Sintérgica secondo la quale il campo neuronale, che viene creato dei neuroni del sistema nervoso, è in grado di dare forma alla matrice spaziale (un reticolo olografico non-locale) alla base della realtà.

Questa matrice spaziale (o l’etere di M. Todeschini) abiliterebbe l’esistenza di fenomeni di risonanza non solo emozionale ma anche neuropsichica tra persone in stretta relazione.

Come se una coerenza di fase (del moto vorticoso di un qualche medium eterico) si potesse propagare da mente a mente, o da mente ad ambiente. Questo è stato confermato da una grossa mole di esperimenti, condotti ad esempio da J. Grinberg, M. Persinger, D. Radin e molti altri.

Teorie simili…a trent’anni dalla sua scomparsa

Straordinariamente, a trent’anni dalla scomparsa di M. Todeschini oggi si propongono teorie simili anche se meno unificanti della PsicoBioFisica: ad esempio una recente pubblicazione propone che il vuoto dello spazio esterno potrebbe essere un fluido non newtoniano [2].

Questo nuovo approccio, ad esempio, non solo fornisce una soluzione esatta all’anomalia del moto delle sonde spaziali, ma propone anche un modo completamente nuovo di pensare allo spazio, all’universo e alla teoria della relatività generale di Einstein [3].

In particolare, si propone un’equazione secondo la quale lo spazio è un fluido addensante (dilatante), un tipo di fluido non newtoniano. Un esempio di questo è il liquido di oobleck, lo strano impasto fatto di amido di mais e acqua. Lo spazio sembra curvo, ma sono i gradienti di pressione causati dalla presenza delle masse e la viscosità di questo spazio fluido fanno sì che sembri tale.

In [1] ho raccontato altre prospettive sulla “natura fluida della realtà”, oggetto della mia attività di studio e sperimentazione.

Impatti sulla Medicina del Futuro

In sintesi, la PsioBioFisica di M. Todeschini ha il potenziale di abilitare una rivoluzione scientifico-culturale di notevole portata, e con diffuse implicazioni sistemiche.

Ad esempio, può rilanciare nuove prospettive scientifiche a sostegno di una Medicina complementare basata sui concetti di “vibrazioni e risonanze dell’etere”. Una Medicina complementare che utilizza non solo onde acustiche e sonore (ultrasuoni, onde binaurali, musicoterapia, ecc.), o campi elettromagnetici (magnetoterapia) ma anche l’omeopatia e la pranoterapia (le cui efficace sarebbero spiegabili in termini di vortici di etere). Ma forse anche una Medicina del futuro che utilizza – complemento – i “vortici di etere” creati della meditazione e della recitazione di preghiere o mantra, come lo stesso M. Todeschini illustra nella sua opera.

Conclusioni

La PsicoBioFisica di M. Todeschini, è una “Teoria del Tutto” dove convergono Fisica, Biologia e Psicologia mirabilmente integrate per spiegare le leggi della Natura. Una visione dello spazio come un fluido che supera la geometria differenziale dello spazio curvo della Relatività, e crea un ponte tra materia e spirito. L’uomo si ritrova a fare parte della Natura, non è solo un osservatore esterno alla ricerca di leggi oggettive.

In sintesi, il pensiero di M. Todeschini, oggi quasi ignorato o forse temuto, ha il potenziale di abilitare una rivoluzione scientifico-culturale di notevole portata, con diffuse implicazioni sistemiche. A trent’anni dalla sua scomparsa, oggi si propongono teorie simili, sebbeno meno unificanti, dove il vuoto dello spazio è un fluido.

Concludiamo con le parole del Premio Nobel per la Fisica W. Pauli: “sarebbe altamente soddisfacente se la fisica e la psiche potessero essere viste come aspetti complementari della stessa realtà”.

Riferimenti

[1]       https://www.neuroscienze.net/author/manzalini/

[2]       https://www.reccom.org/2020/04/20/lo-spazio-non-e-curvo-e-un-fluido-dilatante-e-i-conti-tornano-un-passo-verso-la-tanto-attesa-gravita-quantistica/

[3]       https://www.nrcresearchpress.com/doi/full/10.1139/cjp-2018-0744#.X0ZWIcgzaUl

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