Piante ad oggi diffuse e particolarmente importanti per la nostra salute, in grado di agire sul sistema della ricompensa
ABSTRACT
Esistono molte piante importanti dal punto di vista del loro uso in farmacopea per la nostra salute. Alcune di esse più di altre sono in grado di stimolare da un punto di vista molecolare e neurale il nostro sistema della ricompensa.
Vediamo le proprietà della stevia, storicamente utilizzata come regolatore metabolico, e da vari anni utilizzata anche come dolcificante naturale. Può essere usata per prevenire il diabete e per bilanciare il nostro sugar craving.
Analizziamo poi le caratteristiche cardiotoniche della digitalis purpurea, vedendo come la dopamina è in grado di regolarizzare le funzioni cardiache.
Infine ci occupiamo dell’artemisia, che è costituente essenziale del sigaro utilizzato per la moxibustione: una tecnica fondamentale in medicina tradizionale cinese, in grado di stimolare l’energia yang della persona.
Concludiamo ricordando che ogni sistema, soprattutto naturale, in grado di stimolare il sistema della ricompensa, già analizzato in altro articolo, è fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere.
INTRODUZIONE
Preparando la tesi di laurea sui dismetabolismi circa 10 anni fa, mi sono imbattuta in varie ricerche che dimostravano come la stevia rebaudiana bertoni, una pianta che cresce spontaneamente nel sud America, avesse proprietà in grado di combattere la resistenza insulinica e praticamente di far regredire il diabete e condizioni simili di anomalo metabolismo inclusa anche l’ipertensione.
Mi venne l’idea che la stevia potesse essere utilizzata quindi come dolcificante industrialmente, ancor più che come supporto farmacologico…nel 2011 scrissi l’articolo qui pubblicato su Neuroscienze.net, ora riaggiornato, cercando di far emergere le mille proprietà della pianta.
Di fatto grazie alla progressione degli studi su tale pianta, con il tempo la stevia è stata introdotta nelle nostre tavole come dolcificante, naturale, succedaneo dello zucchero e anche come dolcificante in moltissime bevande di commercio, così che non solo possa essere supplemento per le persone diabetiche, ma che possa essere un valido aiuto a ridurre l’intake glucidico per tutti, e per le molte condizioni di pre-diabete non ancora conclamato.
Tutte queste favorevoli caratteristiche sono ascrivibili al ruolo della stevia e delle sue molecole costituenti, i diterpeni, sul sistema della ricompensa, il reward system.
In realtà possiamo dire che molte piante sono in grado di agire sul reward.
Vorrei anche introdurre il capitolo “piante” per poter poi procedere ad una veloce disamina di altre, come l’artemisia o la digitale.
Le piante sono organismi viventi appartenenti al regno vegetale, ovvero esseri viventi che si basano sulla fotosintesi clorofilliana. Esistono poi le erbe, piante non legnose, che si utilizzano principalmente in farmacopea, in erboristeria, in fitoterapia. Le piante si utilizzano come le erbe, oppure in dietologia.
Possiamo categorizzare:
-erbe officinali
-erbe usate per uso medico
-erbe usate per la cura della fertilità
-piante dell’orto usate per la formulazione di diete specifiche
-graminacee / cereali
-frutti di bosco
-legumi
-piante esotiche
Molte di queste erbe hanno composti che, se studiati nel dettaglio, sono in grado di agire sui meccanismi della gratificazione e del reward, non solo perché ci piacciono, ci piace nutrirci dei loro frutti o delle loro foglie o ancora dei semi, ma perché le molecole costituenti stimolano molecolarmente vie incluse nel sistema della ricompensa.
Torniamo ad esempio alla stevia, ne analizzeremo tali aspetti.
LA STEVIA e il REWARD SYSTEM
La stevia rebaudiana bertoni è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae, originaria di una zona a cavallo tra Paraguay e Brasile. Raggiunge gli 80 cm di altezza in piena maturazione, presentando foglie verdi oblunghe e a bordo seghettato, con fiori piccoli e bianchi.
Le sue proprietà erano già note ai nativi sudamericani che la usavano come dolcificante godendo allo stesso tempo degli effetti rilassanti antiipertensivi. Il primo scienziato ad averne descritto le proprietà fu il botanico paraguaiano Bertoni nel 1887; le foglie avevano vari effetti:
– ipotensivizzante ma energizzante
– ipoglicemizzante e regolatore dell’omeostasi glucidica
– digestivo
– riequilibratore di cute e mucose (e dell’intero ambiente orale, per esempio come agente di prevenzione della carie).
A tutt’oggi la stevia è considerata una delle migliori piante officinali esistenti. Nella città di Birigui si parla di “miracolo della stevia” grazie alle proprietà terapeutiche contro diabete ipertensione ed infezioni varie, con creazione di un vero e proprio mercato locale che coinvolge anche bar e ristoranti: la stevia si usa sia come pianta da infusi sia come dolcificante base.
STEVIA E RICOMPENSA: LE MOLECOLE
Analizzando composizione chimica della pianta si riscontra la presenza di:
– Glucosidi (dolcificanti): stevioside (a-3), rebaudioside (AF), dulcoside (AB).
– Diterpeni (eccitanti sul SNC): steviosidi, rebaudioside, isosteviolo.
– Flavonoidi, vitamine A e C.
I veri studi sono stati realizzati nell’ultimo decennio; dopo avere escluso ogni possibile tossicità, sono state accertate le proprietà antiipertensiva, tonica sul cuore (grazie ai glucosidi analoghi appunto a quelli digitalici), antidiabetogena e dolcificante centrale:
– lo stevioside agisce come un tipico vasodilatatore sistemico, determinando ipotensione, natriuresi e diuresi con aumento della VFG, risultando quindi ipotensivizzante
– lo stevioside agisce direttamente sulla beta cellula determinando secrezione di insulina, risultando quindi antiiperglicemico cioè ipoglicemizzante; questo a livello molecolare è stato dimostrato evidenziando come la molecola attivi l’acetilCoA carbossilasi e l’espressione del gene ACC, entrambi coinvolti in una secrezione qualitativamente e quantitavamente migliore di insulina da parte della beta cellula grazie ai canali K+-ATP dipendenti normalmente adiuvati dai recettori per le sulfaniluree [10]
– stevioside e rebaudioside della stevia hanno inoltre effetti centrali, essendo diterpeni: hanno potere dolcificante 300 volte maggiore dello zucchero, funzione attribuibile proprio all’essenza neurotrasmettitoriale delle molecole stesse; questo comporta una riduzione della sensazione di fame con effetti benefici soprattutto per pazienti con tendenza a diabete ed obesità; grazie a questa proprietà il Simposio Internazionale del 2004 dell’Università di Loanio ne ha affermato l’uso come dolcificanti, essendo già usati come integratori dal 1995 negli USA
– l’isosteviolo, prevalentemente ad azione diterpenica, si è dimostrato anche in grado di modificare l’espressione di geni chiave nella regolazione dell’insulina (GLUT2, Ins1, Ins2,…) determinando un’upregulation dell’espressione di geni delle beta cellule e successivo miglioramento della sensibilità al glucosio e del profilo lipidico.
Ne emerge un quadro in cui i glucosidi diterpenici svolgono molteplici funzioni: innanzitutto stimolano la sensibilità insulinica con azione diretta sulla beta cellula grazie all’upregulation genica, con conseguente aumento della quantità di insulina; questo determina un riassetto del metabolismo glicemico a livello periferico.
Ma soprattutto l’azione si ripercuote sulla VTA. L’aumento di insulina e il riequilibrio glicemico riducono l’insulino resistenza e riabilitano le funzioni del reward, con aumento relativo della dopamina.
L’azione della stevia sul meccanismo di reward mesencefalico è principalmente soprattutto realizzata grazie ai suoi diterpeni stevioside, rebaudioside e isosteviolo, che si rivelano quindi molecole nootrope. I diterpeni sono molecole intrinsecamente in grado di agire direttamente sul sistema dopaminergico: sono formati da quattro unità di isoprene a formula complessiva C20H32, e la loro azione consiste in un aumento dell’attività adenililciclasica con finale stimolazione dopaminergica.
L’analogia si può far risalire all’azione molecolare degli steviosidi: così come legano il recettore per le sulfaniluree, associato sulla membrana plasmatica della beta cellula pancreatica ai canali per il K+ ATP dipendenti con conseguente chiusura del canale del K+ depolarizzazione ingresso di Ca++ e secrezione dell’insulina (per quanto si sia dimostrato come la secrezione di insulina venga indotta anche direttamente [8]), in quanto i glicosidi diterpenici inibiscono (in modo analogo alla digitale sul miocita) la Na+/K+/ATPasi con relativo aumento del Na+ intracellulare e bilanci elettrochimici tali da determinare un aumento della dopamina [12].
La dopamina aumentata è quindi la base per una ripresa dei meccanismi di reward con sede nella VTA mesencefalica.
ALTRE PIANTE oltre la STEVIA
Esistono altre piante in grado di agire sul sistema della ricompensa: ne presento due di grande rilievo specificatamente in medicina occidentale ed orientali tradizionali, la digitale, e l’artemisia.
LA pianta DIGITALE purpurea
La digitale purpurea è una pianta che contiene digitossina, digossina e altri glicosidi. Tali sostanze chimiche agiscono principalmente sul cuore, regolando per questa funzione i neuroni dopaminergici che lo controllano ad origine dalla VTA mesencefalica, secondo percorsi già descritti nell’articolo sulla ricompensa.
Questa pianta può essere tossica dato che è anche velenosa, così potrebbe essere comunque mortale. Ha origini europee. Nel primo anno di produzione fa le foglie, poi durante il secondo anno produce fiori di colori dal bianco al porpora.
Può agire in caso di insufficienza cardiaca e di fibrillazione; questo è dovuto a come il sistema nervoso autonomo aumenta il locale rilascio di dopamina a livello cardiaco. I glicosidi ottenuti da foglie e fiori sono capaci di regolare le funzioni cellulari, il potenziale della cellula, gli enzimi cellulari.
Anche studi cinesi del 2008 e del 2013 mettono in evidenza come i glicosidi e la L-DOPA sono cardiotonici, per vie neurali e locali.
Infatti il sistema della ricompensa è in grado di ridurre le disautonomie.
La pianta di digitale se usata per quantità prossime a quelle tossiche, può dare confusione mentale, diarrea, fino a disturbi visivi. Per cui è sempre dosata, nell’uso clinico.
L’ARTEMISIA è una pianta terapeutica
L’artemisia volgare, chiamata anche moxa, dato che è la pianta di cui è fatto il sigaro utilizzato nella pratica terapeutica della moxibustione. È chiamata anche erba di san Giovanni, o tabacco del marinaio. È ‘parente’ dell’artemisia dell’assenzio, ma è sicuramente meno tossica. Il nome deriva dalla dea Artemide, protettrice delle donne.
In tutte le tradizioni può migliorare l’ovulazione e allevia i sintomi menopausali. È stata anche utilizzata come additivo per aromatizzare il luppolo della birra. Considerata magica per i camminatori.
È una pianta europea, alta e forte, con foglie pelose lunghe fino a 10 cm, scure. Ha un profumo intenso. Alla fine dell’estate alcuni fiori appaiono di colore simile al rosso. Può raggiungere i 2 metri di altezza.
Le foglie sono utilizzate per la moxibustione ma anche per tonici e per digestivi amari. Sono in grado di distressare e calmare il sistema neurale, bilanciando il potenziale di membrana e possono anche alleviare sintomi reumatologici o regolare il ciclo mestruale. Sono anche presenti flavonoidi, validi antiossidanti. Per tutte queste ragioni può essere usata per: dismenorrea, aiutare nell’espulsione della placenta, ma anche per tensione nervosa e in alcuni casi contro la depressione. Può, in infuso, aiutare l’ansia, ed essere utile nell’epilessia.
Infine è utilizzato nella moxibustione, il sigaro che stimola punti yang, aumentando l’energia calore della nostra unità mente-corpo. L’utilizzo sul punto BL67 può rivoltare il feto da podalico a cefalico. Altri usi sono sull’addome per stimolare le branche addominali e sacrali parasimpatiche vagali per aumentare le energie globali yang e qi, in caso di astenia e perdita di energia, disfunzione cardiaca, alcuni casi di insonnia, disfunzioni di memoria, freddo generale e locale etc.
In eccesso l’artemisia può dare nausea, fino a danni epatici.
PROSPETTIVE CONCLUSIVE sulla Stevia e l’Artemisia
Possiamo quindi dire che queste tre piante hanno in comune la capacità di agire sui neuroni per regolare il loro potenziale di membrana, di solito assettato sui -60mV grazie alle regolazioni Na K Ca Cl. Queste piante e le molecole che se ne estraggono sono poi toniche sul reward system e sulle funzioni di ricompensa, le molecole della felicità, della gratificazione del nostro cervello e del nostro corpo, coinvolto in molte caratteristiche di mente-corpo come abbiamo visto: può infatti bilanciare anche le funzioni cardiache, e quelle gastroenteriche oltre che gli ormoni.
Inoltre usare la stevia può essere un metodo naturale di ridurre l’intake di glucosio e anche di tonificare le nostre attività autonomiche e il sistema di ricompensa.
In conclusione si può dire che queste piante sono un mezzo di tonificazione e di aiuto al benessere proprio grazie al fatto che possono agire, con le loro molecole costituenti, sul sistema di ricompensa.